Di Maria Torrisi

 

“Il prossimo appuntamento sarà con l’avvocato perché mia moglie prima o poi, di questo passo, chiederà il divorzio”. Scherza e sorride, Fabio Potenzano, lo chef palermitano che non si ferma mai: va in giro per il mondo a fare incetta di riconoscimenti e di medaglie e quando ritorna ha già un appuntamento e un biglietto pronto per un’altra meta e un’altra sfida. L’ultima medaglia l’ha vinta pochi giorni fa in Galles, dove con la squadra della Nazionale Cuochi, si è aggiudicata l’oro alla “Battle of the dragon”, strappando il titolo sia ai padroni di casa che agli austriaci.
Ma ogni risultato – sudato perché conquistato con giorni di lavoro e notti insonni, costruito con sacrifici, prove, gare di abilità e sfide giocate prima di tutto con sé stesso, per affinare i tempi di lavorazione, le presentazioni e i metodi di cottura – lo carica sempre di più e, per adesso, non gli fa sentire tutto il peso della stanchezza.
“L’oro del Galles per me ha un grande valore – dichiara Potenzano che, appena rientrato dal Galles è già a Roma, ospite di Caterina Balivo a “Detto Fatto” dove ha presentato una ricetta tutta siciliana di Busiate al ragù di pesce azzurro – perché si aggiunge agli altri, non ultimo quello ottenuto alle olimpiadi di cucina di Erfurt”.
La sua casa è a Palermo, e qui ha intenzione di aprire un ristorante tutto suo appena riuscirà a tenere fermo un piede in Sicilia per più di un giorno, ma gli impegni per il momento sono tanti. Anzi aumentano allo stesso ritmo dei riconoscimenti ottenuti.
La Nazionale azzurra di Cucina lo vede protagonista, al fianco di Pierluca Ardito, Lorenzo Alessio, Debora Fantini, Felice La Forgia e Giuseppe Palmisano, di grandi sfide, combattute tutte con determinazione.
“L’allenamento di un cuoco per una competizione – ha spiegato poco tempo fa a Piazza Armerina ai giovani che si preparavano per i campionati italiani di cucina che si sono svolti a Rimini a febbraio, e per i quali Potenzano è stato componente di giuria – è una preparazione simile a quella degli sportivi. Bisogna non pensare ad altro e concentrare tutte le proprie energie, fisiche e mentali, sul proprio lavoro, a partire dalla sequenza dei movimenti da fare: tutto deve essere scientificamente stabilito perché frutto di prove ripetute fino alla perfezione. Non c’è da improvvisare niente: ad esempio bisogna sapere fare a meno di ascoltare le proprie esigenze, bisogna essere capaci di non sentire la sete durante la prova, non sentire la stanchezza, il caldo e anche l’ambiente esterno deve diventare neutro e non procurare alcuna distrazione. Poi bisogna crederci nel risultato e “vederlo”. Infine, ma non ultimo – ha detto ai ragazzi, ma si capisce che il concetto vale anche per sé stesso – bisogna saper eliminare ogni segno di tensione. Durante la gara deve trasparire solo la gioia di partecipare e per questo bisogna allenarsi anche a sorridere”.
Eccolo allora il vero segreto di Fabio Potenzano, il cuoco siciliano che accetta le sfide e le vince col sorriso: la fatica in ogni gara è inevitabile, ma deve restare chiusa dentro la forza di un sorriso.

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