DI Maria Torrisi

“Una città è in festa se la festa è per tutti”. E’ una piccola suora, con un faccino bianco incorniciato di altro bianco, quello del velo, ad esprimere, con il linguaggio semplice della condivisione, il significato profondo dell’iniziativa promossa dai cuochi in Sicilia. L’ottava edizione di “Cibo Nostrum” – la manifestazione che sarà ospitata all’interno della Villa Bellini di Catania il prossimo 31 marzo (dalle 18 alle 23) – è un evento gioioso che sposa la promozione della cucina regionale italiana con la beneficenza. E quest’anno il ricavato della vendita dei biglietti, che daranno a tutti l’opportunità di scegliere sei piatti tra quelli proposti dai cuochi delle diverse regioni d’Italia, sarà devoluto a due enti di beneficienza attivi nel territorio: La Locanda del Samaritano e la Comunità di Sant’Egidio.

“Non è un caso se i cuochi si mobilitano con più fervore e più entusiasmo, se l’obiettivo è quello della condivisione – fa subito eco lo chef Domenico Privitera, il neo riconfermato presidente regionale dei cuochi siciliani – perché la nostra professione può essere fatta per tanti motivi: per fare guadagno, per fare scena, o per condividere il piacere di stare a tavola, ma solo chi lavora con il cuore ha risultati che si vedono e che sfidano il trascorrere del tempo, e i cuochi che mettono il cuore nel lavoro sono i primi che accorrono dove c’è bisogno”.

Un binomio indissolubile quello tra la preparazione dei cibi e la cultura della condivisione, anche se sembra in contrasto con la moda di apparire a tutti i costi su tv e social media. Ma non per Privitera. “L’anno scorso abbiamo ottenuto “la bandiera della pace”. Non per caso, ma per il nostro costante impegno. Il nostro non è un vestito per l’occasione, ma uno stile di vita”.

Il tema di quest’anno saranno “i miti” e, all’interno della Villa Bellini, tra gli stand, sono previste anche esibizioni artistiche che sviluppano i temi e gli argomenti della mitologia classica e che contribuiranno a rendere ancora più piacevole l’esperienza della degustazione di cibi e vini. L’omaggio dei cuochi catanesi per tutti i visitatori sarà la “mitica” pasta alla Norma, che verrà offerta in un apposito allestimento centrale nel cuore dei giardini pubblici di Villa Bellini.

Ma l’appuntamento di giorno 31 sera è solo un capitolo del ricco calendario di eventi che vedrà impegnati cuochi provenienti da tutta Italia per il trentesimo Congresso Nazionale della Fic (dal 31 marzo al 2 aprile) con cooking show, conferenze, talk show, buffet e persino una serata di gala all’interno del Teatro Massimo Vincenzo Bellini, tempio della lirica, per una serata indimenticabile tra dolci e musica.

Si prevede la partecipazione di oltre mille cuochi provenienti dalle 20 associazioni regionali e da 16 delegazioni estere, una vera “invasione di berrette bianche”, che porteranno allegria, gioia e una ventata di profumi della buona tavola in una città ricca di storia e di tradizioni. Ad aprire le braccia per ospitarli saranno i cuochi siciliani che faranno a gara per mostrare, ciascuno dalla propria provincia, quanta varietà di prodotti, di preparazioni, di interpretazioni diverse, può convivere in un’unica regione. La vetrina di questa pluralità sarà il 36° Congresso Regionale dell’Urcs (30 marzo), che si animerà di conferenze, dibattiti e cooking show a cura delle nove province, all’interno del complesso fieristico Le Ciminiere di Catania, in viale Africa. In particolare l’associazione provinciale dei cuochi etnei svilupperà il tema “Prevenire con gusto e consapevolezza”, gli aretusei invece si cimenteranno con preparazioni e approfondimenti culturali sul “limone femminello”, l’arancia rossa e il ciliegino di Pachino, mentre gli iblei renderanno omaggio alla produzione lattiero casearia con particolare riguardo per la “razza modicana”, l’associazione provinciale di Enna invece attenzionerà l’aspetto dell’alimentazione specifica per i bambini. Dopo la pausa pranzo sarà la volta dei cuochi di Trapani che attingeranno alla tradizione araba per risalire alle radici del “cuscusu”, poi i colleghi di Agrigento svilupperanno i temi della cultura legati alla tradizione gastronomica, mentre ai nisseni spetterà il tema dei grani antichi siciliani, i messinesi invece approfondiranno la preparazione e la conoscenza del pesce azzurro e della molluschicoltura, saranno infine i palermitani a chiudere la carrellata siciliana con la lavorazione del mandarino nella cucina e nella pasticceria delle tradizioni.

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