Fusilli alla Norma

Eccolo un caso virtuoso: un giovane cuoco che, da una regione che non è la nostra Sicilia e nell’intimità della sua casa, prende a prestito una ricetta siciliana, “catanese per la precisione” si affretta a ricordare, come la pasta alla Norma che egli definisce “un classico della cucina italiana”, anzi addirittura “un suo patrimonio” e, dimostrando di conoscerne perfettamente gli ingredienti originali e la loro preparazione, la interpreta secondo un gusto e una sensibilità del tutto personali. 

Con un tocco di creatività, esaltando in maniera naturale la dolcezza del piatto e costruendone una nuova architettura, lo chef Gianni D’Amore nella sua video-ricetta da quarantena, con i suoi “Fusilli alla Norma” fa un omaggio sincero alla Sicilia. 

“Piace la sua mano sicura tra i fornelli, ma anche la sua capacità di far parlare alle ricette un linguaggio nuovo – motiva il presidente dell’Urcs Domenico Privitera che, in maniera un po’ inconsueta per il magazine di e per cuochi siciliani, ha voluto ospitare la ricetta nelle pagine del giornale on line – perché la scelta dei Fusilloni di Gragnano al posto dei tradizionali sedani o maccheroni, l’aggiunta di un po’ di peperone nella salsa di pomodoro e del timo accanto al basilico, non snaturano la ricetta, ma anzi la celebrano”.

Il risultato finale, con la ricotta salata in cima ad un “muro” di Fusilli giganti, la fetta di melanzana fritta come base di presentazione e le foglie di basilico a guarnizione finale, conferiscono al piatto semplicità ma anche un bell’effetto. Il piatto risulta rispettoso delle tradizioni, senza esserne una pedante ripetizione e raggiunge un doppio risultato: quello di piacere ai siciliani o a quanti conoscono bene la ricetta perché ritrovano il gusto originale e non si sentono traditi, e incuriosisce i turisti che si aspettano un sapore deciso e ne incontrano uno “addomesticato”. Sembra una sintesi che gratifica la fantasia del cuoco e non tradisce la Sicilia: per questo la ricetta e il suo interprete sono nostri graditi ospiti in queste pagine.

Ci auguriamo che l’esempio possa suscitare il desiderio nei cuochi, siciliani e non, di ritornare alle belle ricette della nostra tradizione isolana per dare loro un tocco nuovo, a patto però che ciò non debba necessariamente significare lo stravolgimento radicale del messaggio originale. Una sfida per un risultato difficilmente raggiunto.

Articolo di Maria Torrisi

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