Di Alberto Cicero

Che gusto avrà il 2019 ? Sedicenti maghi e aspiranti astrologi sono pregati di farsi da parte. Non andiamo a caccia di quelle previsioni a buon mercato che hanno riempitogli ultimi giorni del vecchio anno e le prime ore del nuovo. Sinceramente, e semplicemente, non ci crediamo proprio da quando scoprimmo – molti decenni addietro – che un giornale le ritagliava da quelle già pubblicate negli anni precedenti per riproporle ai lettori….. Che, fra l’altro, presi dall’insano interesse per le profezie, non se ne accorsero mai.

Crediamo, invece, nel lavoro dell’uomo. Nella sua capacità di realizzare se stesso e migliorare, allo stesso tempo, la società che lo circonda. Ovunque, a qualunque latitudine. Senza confini.

Il lavoro, quindi come continua e insostituibile arma di riscatto e di progresso. Proprio e altrui. Sebbene è proprio il lavoro ciò che si sta facendo via via sempre più precario in una società talmente “liquida” (citazione) che costringe a inventarsi e reiventarsi continuamente. 

E non c’è categoria professionale che meglio dei cuochi abbia la capacità di “inventare” e “inventarsi”. Cercando, di volta in volta, il meglio. E trovando ingredienti e sapori e colori via via sempre nuovi e diversi. Per eccellere e per stupire, certo. Per sana competizione, anche. Ma soprattutto perché è nella sfida che i cuochi vivono. Cercando ciò che magari è tanto sotto gli occhi quanto ugualmente inesplorato.

Il confronto – semmai – potrebbe essere tra chi applica il detto latino “Ognuno è artefice del proprio destino” e coloro che invece affidano incauti la propria  vita a entità terze (divinità, astri, sortilegi, oroscopi, scongiuri e via dicendo…. ).

Cercare, provare e riprovare. Andare per tentativi e, a volte, anche per insuccessi. Se ci pensiamo bene è il percorso degli scienziati. E anche quello dei cuochi che spesso diventano esploratori.

Per loro, per voi, sarà ancora un anno straordinario. L’attenzione mediatica agevola ma può diventare persino controproducente. Il tutto sta nel dosarla attentamente. Evitando i protagonismi e aiutando l’umiltà, la serietà, la competenza a crescere e a emergere.

Sì, sarà un altro anno importante per i cuochi. Specie in Sicilia, che si appresta a ospitare – dopo molti anni dall’ultima volta – il congresso nazionale e, quasi contemporaneamente, anche quello regionale. Tra fine marzo e l’inizio di aprile tutto il mondo dei sapori e dei fornelli tricolori verrà nella nostra terra per celebrare la massima assise nazionale all’ombra di quell’Etna che oggi è in vetrina per motivi  di ben altra natura.

Di un appuntamento così importante dobbiamo esserne orgogliosi e degni al tempo stesso. E lavorare, preparare, affinché si possa dare la nostra immagine migliore, ma anche imprimere un’impronta indelebile su questo grande palcoscenico. Se la Sicilia cresce di anno in anno, per numero di cuochi, per apprezzamento, per interesse, anche per numero di “stellati”, dobbiamo avere la capacità di lasciare il segno. E far diventare il prossimo congresso nazionale una occasione per portare all’attenzione di tutti la bravura dei nostri cuochi, la fantasia, il genio e il gusto. Ma anche tutto ciò che la nostra terra offre a piene mani. Che si trasforma in piccole grandi opere d’arte. Quelle che ogni giorno i cuochi siciliani (riuniti nell’Urcs guidata dal presidente Domenico Privitera) sono capaci di offrire. Spesso, per fortuna, senza fronzoli ma con tanta… sostanza. E con i sapori di una terra che vive tra mille contraddizioni ma che si afferma quando la volontà, l’orgoglio, la bravura si fondono e si mescolano. Come sanno bene tutti coloro – e i cuochi sono tra questi – che si dedicano senza limiti di tempo e di impegno al proprio lavoro. 

Già, il lavoro. Ecco, il 2019 avrà certamente il sapore dell’impegno e del lavoro. Impegniamoci a dare il meglio, in cucina come in sala e sarà davvero un buon anno per tutti i cuochi siciliani e le loro famiglie.

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