Articolo di Maria Torrisi

In comune hanno il nome e un sogno. “Isola”, una terra con l’acqua intorno, che crede così tanto in sé stessa da voler diventare un importante punto di riferimento per altri. Così è la Sicilia, immersa nel mar Mediterraneo e fiera della propria unicità. E così può apparire anche un’altura, poggiata su uno specchio d’acqua formato da risaie allagate: un’isola anch’essa.

Come Isola della Scala, un comune di 11 mila abitanti della provincia Veronese immerso nel verde della Pianura padana, una terra lontana geograficamente e forse anche culturalmente dalla Sicilia, ma vicina nella voglia di vincere la sfida per il successo.

Ogni anno, da oltre 50, Isola della Scala organizza una grande fiera che celebra e promuove il prodotto locale tipico: il riso Vialone Nano. Ed è proprio questa “Fiera del riso”, così come è concepita e come è organizzata, la risposta concreta a tutte le domande che mirano alla ricerca di una formula vincente per il successo di un prodotto e di un territorio. 

I numeri sono da Guinness dei primati: 25 giorni ininterrotti di fiera, 500 mila visitatori per edizione con picchi di 30 mila presenze al giorno, oltre 150 espositori, un calendario ricco di convegni, concorsi gastronomici, cooking show, serate a tema con chef e artigiani del gusto, 100 eventi collaterali tra sport e musica, 1.000 giovani assunti per la durata dell’evento, tutte le associazioni di volontariato coinvolte, tutte i produttori e i ristoratori della zona attivati per la migliore riuscita dell’evento. E un pubblico che è spettatore e insieme protagonista dell’evento nel quale vede rispecchiata la propria identità.

“A sostenere questa manifestazione da 53 anni è il desiderio di condividere ciò che di buono e di bello abbiamo”, dichiara il sindaco di Isola della Scala Stefano Canazza, che ama la sua terra ma sceglie la Sicilia per le vacanze e che, chiamato a far parte della banda della città di Noto come suonatore di tromba, non manca mai all’appuntamento della festa di San Corrado.

“L’economia locale si basa sulla produzione di questa qualità di riso – continua il primo cittadino, che come professione fa quella di consulente aziendale – le riserie locali, spesso a conduzione familiare si occupano di tutta la filiera, dalla risaia al piatto, e un forte spirito aggregativo permette a piccole realtà territoriali di vincere la sfida del confronto con i colossi internazionali. Il marchio Igp è la nostra garanzia di qualità e di successo e con esso alimentiamo la nostra forza”.

Nel confronto con la Sicilia – fucina di sagre, di concorsi, di premi e di fiere – salta subito all’occhio che l’elemento mancante è proprio questa capacità aggregativa, la condivisione di un ideale attraverso un progetto. La fiera del riso che si celebra ogni anno in provincia di Verona diventa allora un monito non soltanto per come dovrebbero essere organizzate le fiere, ma soprattutto per quale dovrebbe essere lo spirito che le anima.

Il successo di questo gigantesco evento, costruito intorno ad un piccolo granello, non è un frutto casuale di una natura benevola o il sorprendente miracolo piovuto dall’alto, ma è il figlio accudito e cresciuto di una intuizione di un popolo che ha saputo valorizzare una risorsa territoriale e che, con costanza, ha creduto in un progetto di sviluppo che vi ruota intorno.

Quella di Isola della Scala può essere una formula esportabile anche in Sicilia? Sembrerebbe di si, ma tutto dipende da quanto si riesce a credere nel progetto e soprattutto se si è disposti a rinunciare alla propria “autosufficienza” a vantaggio di formule consortili e collaborazioni.

“L’idea nata oltre 50 anni fa era una risposta coraggiosa e semplice – spiega il sindaco – presa quando l’industria cominciava a insidiare le forme rurali di artigianato della lavorazione del riso: si voleva scongiurare la fuga dai campi ritornando con una festa al passato che doveva essere aggregante e propiziatoria, come le antiche tradizioni nate intorno all’aia nelle campagne. Presto allora si è compreso che la festa era molto di più di una sagra di paese: i produttori si sono entusiasmati, si sono aggregati, e hanno provato a darsi forza riunendosi in un consorzio grazie al quale sono riusciti ad ottenere la certificazione europea nel 1996. Il Vialone Nano Veronese ha un primato: è il primo riso ad aver ottenuto il marchio Igp in Europa”.

Vialone nano

Il miracolo della festa ha moltiplicato i suoi effetti positivi perché anche la politica, con i suoi amministratori locali, ha riconosciuto valore ad una risorsa immateriale com’è una semplice ricetta di cucina: nel 1985 l’allora sindaco di Isola della Scala rese ufficiale – con una delibera – la ricetta popolare della zona: il “Risotto all’Isolana”, chiudendo il cerchio tra un popolo, la sua terra e la sua tradizione.

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