Di Maria Torrisi

“Il mio nome non lo sanno pronunciare perchè è polacco. Mi chiamo Andrea Ruszel, ruscello in italiano, ma sono siciliano doc. Amo la Sicilia e i suoi prodotti della terra e del mare. Nei miei piatti non mancano mai”.

Andrea Ruszel ai Campionati della Cucina Italiani di Rimini è arrivato con un titolo di tutto rispetto: miglior allievo degli istituti alberghieri di Sicilia e una medaglia, anche se di bronzo, l’ha presa anche qua proponendosi nella categoria K1 junior, la cucina calda individuale.

Vive a Piazza Armerina e a Rimini è venuto accompagnato dal padre, che è chef anche lui, e che gareggia nella stessa categoria del figlio, ma nella classe dei senior.

Padre e figlio si assomigliano: stessi occhi color ghiaccio, stessa corporatura filiforme, stesso sorriso. Ma è l’amore per la cucina che li accomuna più di ogni altra cosa. Insieme all’adrenalina che li entusiasma fino alle lacrime nelle competizioni.

“Andrea è un ragazzo straordinario – dice Rafael Rutszel, che di anni ne ha 43 – e non lo dico perchè sono il padre, ma perchè continua a ricevere attestazioni di stima in ogni occasione professionale. E non mi stupisco perchè la nostra è una passione che si tramanda da generazioni. Almeno tre: mia madre era una bravissima cuoca in Polonia e da lei ho imparato molte ricette e soprattutto molti trucchi del mestiere che mi sono stati utilissimi anche in Sicilia”.

Ha studiato in un Istituto alberghiero in Polonia, Rafael Ruszel, ed in Sicilia è arrivato perchè ha ricevuto una buona proposta di lavoro da un locale di Piazza Armerina, dove tutt’ora lavora come pizzaiolo. A suo figlio Andrea ha trasferito il sapere ereditato dalla madre, la propria abilità accumulata in anni di esperienza nelle cucine e nelle pizzerie italiane e soprattutto la grande passione familiare, che condivide anche con la compagna Maria Tabbì, pasticcera. Una maniera “dolce” per chiudere il cerchio.

“Da mio padre ho imparato moltissimo: è uno scrigno di sapere – dice Andrea guardando con gratitudine il padre che è anche collega – ma anch’io credo di avergli già potuto insegnare qualcosa di mio – sorride ricambiato il ragazzo – . Lavoro negli alberghi e faccio servizi di catering e a scuola ho avuto un insegnante che non solo mi ha preparato in maniera ottimale per affrontare il mondo del lavoro di oggi, ma che continua a darmi consigli preziosissimi anche a distanza. Mi riferisco allo chef Carmelo Barbieri: a lui sono particolarmente grato perchè mi ha insegnato a lavorare “di fino”, mio padre invece conosce tutti i trucchi per affrontare i grandi numeri, mentre la nonna, continuamente presente nei ricordi di mio padre, fa da angelo guida a tutta la nostra famiglia”.

Una storia di passione e di memoria, quella della famiglia di cuochi Ruszel, dove una donna chef, di riconosciuta abilità, è stata in grado di segnare la strada a figli e a nipoti, stringendo in un unico grande abbraccio a distanza, terre e tradizioni lontane.

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