Articolo Di Maria Torrisi

Ha portato fortuna al pasticcere catanese Damiano Milazzo l’oro dei dobloni di zio Paperone che traboccano lucidissimi e ghiotti dalla cassaforte del papero più famoso della Walt Disney. La coppa di campione d’Italia 2019, per la categoria D3 Pastry Art, è stata assegnata proprio a lui durante la cerimonia conclusiva dei Campionati della Cucina Italiana. 
Le proporzioni perfettamente rispettate, l’altezza di un metro e mezzo, la tecnica sofisticata di realizzazione e l’alto grado di abilità dimostrato hanno convinto i giudici che gli hanno assegnato il più alto punteggio della categoria. 
“Non ho cercato di stupire la giuria – ha dichiarato il premiato – ma ho solo fatto quello che so fare e che mi piace fare. Con la passione di sempre e con semplicità”. 
Non sono passate inosservate però le doti artistiche e le abilità tecniche del 26enne catanese che ha scelto di utilizzare isomalto, un saccarosio che ha qualità più elevate dello zucchero nell’alimentazione e si presta più facilmente ad essere plasmato. Pochi i passaggi tecnici (il prodotto viene scaldato a 180 gradi, colorato e raffreddato per una notte, per tornare poi a diventare plasmabile il giorno dopo grazie ad un nuovo passaggio a temperatura e ad una lampada che accompagna le fasi della strutturazione dell’opera), ma molto delicato è il prodotto finale che teme fortemente l’umidità. 
“Il mio Zio Paperone è cavo nella parte superiore – spiega l’autore della statua che tanto successo ha riscosso anche tra i piccoli visitatori dell’area espositiva – e per renderlo più leggero, ho usato un attrezzo dotato di cannuccia che mi ha permesso di soffiare aria all’interno della sagoma, per gonfiarla e modellarla esattamente come si fa col vetro soffiato”. 
A questo risultato Damiano Milazzo è arrivato dopo un intero mese di prove, una decina di “Zio Paperone” bocciate dal suo estremo rigore, e tre giorni di lavoro sodo per realizzare l’opera finale. Queste prove estenuanti non lo stancano più dei suoi intensi ritmi di vita, ne’ gli tolgono il sonno, perché a questo ci pensa il piccolo Leonardo, il suo primogenito di soli 20 giorni. 
“Non mi fa dormire – confessa il neo papà doppiamente contento, per il nuovo ruolo di padre e per quello di portabandiera dei pasticceri italiani – e io ne approfitto per continuare a lavorare nel mio piccolo laboratorio che ho creato dentro casa”. 
La grossa coppa è il più importate dei trofei del campionato, ma Damiano Milazzo, che una prima medaglia d’oro l’aveva vinta al concorso Rhs di Etnafiere due anni fa, a Catania, pensa già al prossimo campionato. 
“Vorrei arrivare ai mondiali di pasticceria di Lione – rivela senza false modestie – ma per questo mi devo preparare ancora meglio. Continuerò con il mio lavoro come pasticcere e come tecnico dimostratore di un’ industria di cioccolato molto conosciuta e continuerò a studiare con i corsi privati in Abruzzo di Emanuele Forcone, al quale devo molto. In più seguirò quelli che saranno organizzati dalla FIC alla quale mi sono associato da poco, ma che ho scoperto essere di altissimo livello, formata da professionisti molto disponibili e che mi hanno fatto sentire subito in famiglia”. 

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